Un libro da leggere in mezz’ora.
L’aspetto che colpisce di più è che la vicenda dei tre ragazzini protagonisti, che rischiano la vita per raggiungere l’unica scuola vicino a loro nei pressi dell’Himalaya, pone al centro il rapporto tra la vita e la natura minacciosa circostante.
Tutto ciò non in maniera naturalistica o ecologista o ancor peggio panteistica: ma sotto forma di domanda sul significato delle cose, della realtà, del pericolo, della vita e della morte.
E questo passa attraverso i ricordi dei racconti, apparentemente fantastici e fantasiosi, della nonna: in realtà infatti queste storie troveranno una realtà nel viaggio intrapreso per raggiungere la loro meta agognata. In questo modo tutto il mondo circostante diventerà una scoperta, un rapporto misterioso con qualcosa di Altro, tutt’altro che fantasioso.
Per questo i tre protagonisti suscitano una simpatia naturale: perchè sono curiosi di scoprire cosa si nasconde dietro i paesaggi, i pericoli e le fatiche.